23 giugno, 2005

Il ponte Mirabeau



Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amor
Che io me ne sovvenga
La gioia mai mancò dopo il dolor

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

Le mani nella mani restando faccia a faccia
Lasciam che giù
Sotto l'arcata delle nostre braccia
D'eterni sguardi passi l'onda lassa

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

L'amore va come va la corrente
L'amore va
Come la vita è lenta
E come la speranza è violenta

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

Giornate e settimane il tempo corre
Né più il passato
Né più l'amore torna
Sotto il Mirabeau la Senna scorre

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

(G. Apollinaire)

L'idea che m'è venuta è che tutta la poesia parli di differenza. Il verso più importante è "La gioia mai mancò dopo il dolor" e tutta la poesia è lì che si raffina nel dolore nell'attesa di ciò che manca.
Secondo voi? Cos'è questa poesia misteriosa?

7 Comments:

Blogger Jonny said...

Secondo me parla delle differenze, ma lo fa di taglio, in modo marginale. La metafora della vita a me sembra inevitabilmente, e forse un po banalmente, quella del "panta rei" (tutto scorre).
C'è una forte componente malinconica per quanto riguarda l'amore, che va e non torna indietro proprio come fa il passato e come fa la senna sotto il ponte.
Ma secondo me c'è anche un invito a vedere le cose (anche in retrospettiva) con un briciolo di ottimismo.
Proprio il verso da te citato "La gioia non mancò mai dopo il dolor". Mi sembra un invito a non disperare, a non perdere la speranza che appunto non è affatto flebile o vinta, ma "violenta". La vita seppur "lenta" va comunque vissuta per intero senza interferire, anche se dopo un po se ne può intuire l'andamento e può sembrare monotona, bisogna lasciare che "d'eterni sguardi passi l'onda lassa". La differenza è proprio nella nostra coscienza. La differenza è tra noi che restiamo e la vita che passa sempre uguale e sempre diversa. Così come il ponte sospeso in eterno (o almeno finche ce la fa a restare sospeso) può guardare scorrere sotto di se la senna sempre uguale ma sempre diversa. La vita va avanti, ma noi che la osserviamo, nonostante tutto le sopravviamo.

23 giugno, 2005 17:51  
Blogger De Andrea said...

Si, la metafora del ponte è senza dubbio quella.

24 giugno, 2005 01:41  
Blogger Jonny said...

Ma hai risposto via telegramma o sei proprio un tipo di poche parole? ;)
Insomma te che idee hai in proposito? Oltre alla storia del ponte credi che ho detto un po' di stronzate? La pensi come me o ci sono delle "differenze" :)

24 giugno, 2005 18:55  
Blogger Laura said...

Secondo me questa poesia parla della "forza" dell'uomo che può in un certo senso opporsi allo scorrere del tempo mantenendo la "violenta" speranza.
Sono d'accordo con te ,Jonny, quando dici che "la vita va avanti ma noi le sopravviviamo",penso che questo sia il senso del verso "i giorni vanno io non ancora" e si traduce inevitabilmente in un invito a non desistere,a non fermarsi passivamente a guardare questo scorrere sempre uguale e inarrestabile dei giorni.
La corrente travolge nell'oblìo l'amore,il dolore e ne fa "passato" ma non riesce a spazzare via la speranza di una nuova gioia.

27 giugno, 2005 00:42  
Blogger Jonny said...

Non avevo colto la sfumatura della "forza" necessaria alla soprevvivenza. L'avevo vista può come un'attitudine naturale, spontanea, che operava in sordina. Perchè pensavo che il ponte in fondo altro non faceva che starsene lì fermo. Ma adesso che mi ci fai pensar bene anche la prepotenza è violenza, insomma l'ostruzione viene considerata fallo.

27 giugno, 2005 13:01  
Blogger De Andrea said...

Questa è la versione in francese...decisamente più evocativa.


Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
Faut-il qu'il m'en souvienne
La joie venait toujours après la peine

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure

Les mains dans les mains restons face à face
Tandis que sous
Le pont de nos bras passe
Des éternels regards l'onde si lasse

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure

L'amour s'en va comme cette eau courante
L'amour s'en va
Comme la vie est lente
Et comme l'Espérance est violente

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure

Passent les jours et passent les semaines
Ni temps passé
Ni les amours reviennent
Sous le pont Mirabeau coule la Seine

Vienne la nuit sonne l'heure
Les jours s'en vont je demeure

27 giugno, 2005 20:15  
Blogger De Andrea said...

Mi sono ricordato di una cosa..
c'è anche una bellissima versione musicale di questa poesia cantata da Leo Ferré vi consiglio vivamente di ascoltarla.

27 giugno, 2005 20:17  

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