26 giugno, 2005

Ordem e Progresso: Brasile-Italia 4 0


Vi invito a leggere questo articolo
A quanto pare il governo brasiliano si sta veramente dando da fare per cerca di cambiare qualcosa. Qualcosa del tipo prendere forti posizioni contro brevetti e copyright. Qualcosa tipo cercare di ridistribuire in maniera non criminosa ricchezza e cultura. D'altraparte loro hanno Gilberto Gil come ministro mica la Moratti o Urbani. Quello che il governo del presidente Lula sta cercando di fare è di adottare la filosofia open source anche al di là del campo dell'informatica. Per chi di voi non lo sapesse l'open source è una grandissima idea sociale. Sostanzialmente si tratta di gente che spesso volontariamente e gratuitamente contribuisce alla creazione di applicativi di carattere informatico quali sistemi operativi e applicazioni di ogni tipo che vengono poi distribuiti in genere gratuitamente assieme anche al codice sorgente. Il fatto di avere il codice sorgente (l'open source appunto) consente sostanzialemente due grandi vantaggi. Il primo è che così facendo si è sicuri che nei programmi che usiamo non ci sia del codice maligno in grado di inviare informazioni personale a chi non vogliamo/sappiamo. Teoricamente ogni volta che usate media player per ascoltare un mp3 voi non sapete cosa succede in "sottofondo" magari qualcuno si sta facendo i fatti vostri. Avendo il codice dei programmi chiunque invece può accertarsi che questo non avvenga. D'altronde avendo i sorgenti chiunque può milgiorare il programma in questione, eliminare bug e ridistribuirlo. Insomma e come se tutto il mondo contribuisse a milgiorare le cose con quel che sa fare. I risultati raggiunti sono stati notevoli, dal punto di vista qualitativo, spesso superiori a soluzioni di carattere "proprietario".
Siete da me obbligati a leggere (almeno in parte) la definizione di open source su wikipedia dove tra l'altro si parla di open content (in sostanza l'open source applicato alla cultura in generale) e di Stallman fondatore della Free Software Foundation a dire di molti (e anche mio) un profeta, un rivoluzionario, un santone dei nostri tempi che veramente meriterebbe di finire sui muri e sulle bandiere della gente (ma non a fini di strumentalizzazione) per quanto sta facendo per migliorare questo sporco mondo.
Ma tornando al Brasile, adesso che tutti sapete che cos'è l'open source (e so che me ne siete grati), capirete che cambiare le politiche di accesso al patrimonio culturale umano non è gesto da poco. Insomma hanno capito che la vera sfida per il futuro è questa. Il potere non è un qualcosa di dissociato dall'informazione. E le decisioni che sono state prese avranno una risonanza mondiale. Stanno remando in una direzione totalmente opposta alla nostra che vogliamo i poveri ancora più poveri ed ignoranti e i ricchi sempre più ricchi. Non ci accorgiamo che il mondo delle multinazionali e dei brevetti ci porta di fatto a vivere in un regime oligarchico (e a stare dalla parte della moltitudine). Il governo brasiliano sta farvorendo il passaggio di tutta la burocrazioa statale verso sistemi liberi (sbarazzandosi di fatto dei costosi ed inaffidabili sistemi microsoft), sta stanziando ingenti fondi per incentivare l'informatizzazione libera dei ceti meno abbietti. Ha deciso di non rispettare i brevetti su dei farmaci contro l'AIDS, perchè le società che li detengono si rifiutano di renderli economicamente accessibili a chi ne ha bisogno decidendo di prodursi da se il prinicipio attivo necessario. In questo modo in realtà non si va neache contro gli accordi internazionali che non devono (dovrebbero) vedere subordinatà la salute dei cittadini ai profitti delle aziende. Il governo brasiliano ha capito che è suo dovere estendere e garantire l'accesso alla conoscenza. Carlo Prado, membro del team di lavoro del ministero della cultura assegnato a Gil, ha recentemente affermato ""Non si tratta solo di adottare software libero nella pubblica amministrazione per risparmiare un po' di quattrini, la filosofia del software libero e l'etica hacker sono gli ideali di riferimento e ispirano tutta la nostra politica, anche al di fuori del campo dell'informatica. Riscatto sociale significa sì cibo, acqua, lavoro e condizioni decenti per gli emarginati,ma anche banda larga, pubblica e gratuita per tutti. E non ci fermeremo finchè non avremo raggiunto tutti questi obiettivi."
Esattamente il contrario di quello che si sta facendo in Italia e in Europa. Dove non si è fatto nulla per impedire la legge sui brevetti software, dove si stringono alleanze a colpi di sorrisi e pacche sulle spalle con le grandi multinazionali informatiche e dove internet viene snobbata e la tecnologia è un grande sconosciuta per il 20% della popolazione. E non si tratta di destra o di sinitra. I demeriti sono da entrambe le parti. Il momento milgiore per rimboccarsi le maniche è già passato. Bisogna comunque far qualcosa altrimenti il nostro futuro avrà un piccola "c" cerchiata affianco.

4 Comments:

Blogger De Andrea said...

ho letto finalmente!
L'open source, è vero, è un fattore culturale.

Ecco cosa si sta muovendo..

http://www.repubblica.it/supplementi/af/2005/06/27/multimedia/018turpe.html
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/06_Giugno/16/wikipedia.shtml
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2005/06/27/multimedia/018turpe.html

certo che tutto ciò andrebbe smosso su un piano più profondo.
Io sto a lettere dove in teoria si dovrebbe parlare di queste lotte ma nessuno trova il bottone per accendere il pc.
Almeno io prometto di informarmi decisamente meglio e spargere la voce!
Comincio subito!

grazie Jonny

27 giugno, 2005 20:45  
Blogger franco said...

ammazza, wikipedia sembra proprio una bella cosa.
in pratica tutti possiamo scrivere che il grande eroe lord byron è morto di diarrea, o che colombo s'era perso?

30 giugno, 2005 00:12  
Blogger Jonny said...

Esatto nessuno te lo vieta. Questa è la libertà.
Anche se e vero che poi altri potrebbero correggerti e smertirti. E sapere che ciò potrebbe accadere potrebbe avere un effetto deterrente. Diaciamo che si tratta di libertà vigilata allora.

30 giugno, 2005 00:18  
Blogger Jonny said...

A parte gli scherzi. Secondo me è un'idea geniale. Chi ha delle competenze in un campo da il proprio contributo. L'unione fa la conoscienza. Globale e decentralizzata. Inoltre le fonti istituite del sapere vengono deleggittimate. E tutto torna alla gente. Conoscenza popolare. Come se mille vecchie di 90 anni provenienti dai paesi più disparati scrivessero su un libro (con mano tremula) tutti i proverbi che conoscono. Devo andare a dormire.

30 giugno, 2005 00:24  

Posta un commento

<< Home