02 novembre, 2005

DE- "Pressione della tastiera"


Va bene, va bene tutti calmi. Ho appena accarezzato la tastiera del mio computer. Non ci credo a queste riflessioni biologico-informatiche. L’immaginario giapponese o più semplicemente quello di Cronemberg (in “Videodrome” ad esempio) mi sembra patetico. Credo semplicemente che la mia sia una mancanza d’affetto. Quella mancanza che più o meno abbiamo tutti intendo. La cosa che mi preoccupa è che ne chiedo a una tastiera. Voglio dire “sono scemo?”. Allora cerco di rinsavire ci penso cinque minuti e mi dico “ma no, probabilmente esigi qualcosa di più da questo affaretto che hai pagato 2000E” (come darmi torto?). Si be’ è vero l’ho accarezzata perché voglio che questo Powerbook mi dia ancora qualcosa per farmi dire “come ho speso bene questi soldi!” o meglio “non mi ha dato la felicità però già mi sento meno triste!”. Allora di nuovo metto le mani sulla mia bellissima (perché effettivamente è molto bella) tastierina. Dovreste sentire come è delicata. Come basta poco per scrivere qualunque cosa. Basta la minima pressione. E non è tutto. La notte prima di andare a dormire dopo che ho visto il film posso dedicarmi a lei che tutta illuminata mi fa le sue avance letterarie. Poi è troppo faticoso e non scrivo nulla. Ragazzi che depressione che stiamo vivendo (badate bene lo “stiamo” è provocatorio)!

2 Comments:

Blogger Francesco said...

per quello che mi riguarda, "stiamo" proprio, o per lo meno "sto", e l'affetto -non corrisposto- verso i nostri ipotetici catalizzatori di vita, pulsanti di promesse e lucine che si dovrebbero digitalizzare in canzoni/parole/opere/omissioni, beh lo conosco un po' anch'io, anche se il tuo mi sembra più delicato del mio, che è più legame coattivo e compulsivo, frustrante come pochi

02 novembre, 2005 13:19  
Blogger Jonny said...

Quoto.

02 novembre, 2005 21:49  

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