11 novembre, 2005

Leggende metropolitane


A volte credo che per me la metropolitana sia quasi un luogo sacro. Intendiamoci, detesto come tutti la calca e il puzzo di sudore, ma è un luogo che spesso mi regala profondità di pensiero o almeno di ciò mi illude. In realtà va fatta un precisazione. Afficché si verifichi questo fenomeno è necessario anche l'utilizzo di un walkman o chi per lui. Solo così,infatti, è possibile essere spettatori di sè stessi e osservatori privilegiati dei vari tipi umani (a volte "tipii" nel caso di persone particolarmente grasse).
Tutto ciò per dirvi che a mio avviso quella della "scala mobile" è forse una delle migliori metafore dei nostri tempi. Metafora per descrivere i nostri tempi. Per descrivere come noi stessi, in questi tempi, ci rapportiamo alle cose che costituiscono la nostra vita. Il movimento avviene, ma possiamo restarcene comunque passivamente seduti nella nostra lascivia. Certo c'è anche chi le fa di corsa, per raddoppiare il proprio fattore velocità. Però nel vivere "la società" non vi siete mai sentiti su una scala mobile? Non vi siete mai sentiti "portati a spasso"? Che ne dite? Forse l'esempio più calzante sarebbe quello del tapis rulant (mi perdonino i francofoni se dislessichesseggio) in modo da elimiare una qualsiasi componente trascendentale che sarebbe certamente fuorviante. O forse no? Forse starsene attaccati ad un corrimano di gomma nera sarebbe comunque un buon modo per guadagnarsi il paradiso. Penso che i musei si riempirebbero di nuovo se allestissero le mostre con dei percorsi mobili. Infondo alla gente non dispiace troppo stare a guardare, ma mettersi in marcia, prendere una direzione, spostarsi: questo è troppo! Ognuno reclama istante per istante di far parte di un sistema di riferimento inerziale solidale al movimento.

9 Comments:

Blogger De Andrea said...

But I like roads that lead to grassy
ditches where boys
scoop up a few starved
eels out of half-dry puddles

11 novembre, 2005 21:12  
Blogger De Andrea said...

ho lasciato un commento ermetico...mi sento in colpa e ora ne faccio uno costruttivo.
La metropolitana è l'unico luogo dove riesco a leggere in santa pace.
Proprio perché solo mentre faccio qualcosa posso dedicarmi ad altro.

11 novembre, 2005 21:15  
Blogger De Andrea said...

non riesco fare niente se non posso fare altro.

12 novembre, 2005 00:50  
Blogger Jonny said...

si si... era chiaro... :-)

12 novembre, 2005 00:54  
Blogger Laura said...

Ma come fai? Mi sono sempre chiesta: le persone che stanno sulla metro con un libro in mano leggono veramente? riescono davvero ad estraniarsi da tutta quella gente che gli si quasi siede in braccio, fermata dopo fermata, impassibili... è concentrazione o solo un modo alternativo di "dormire"?
A me la metropolitana ispira mille fantasie su tutta la gente che ho intorno.
Per quanto riguarda il fatto di sentirmi su una scala mobile... sì un sacco di volte, ma su una che scende mentre io cerco di salire.

12 novembre, 2005 16:08  
Blogger Francesco said...

@ de andrea: effettivamente ho dei bei
ricordi delle letterature metropolitane,
mi ha sempre conciliato

12 novembre, 2005 21:27  
Blogger franco said...

anche per me la metro è stato uno dei posti migliori per studiare (parlo al passato perché adesso non la prendo quasi più). ma soprattutto mi reputavo fortunato ad essere pendolare perché in metro pensavo tanto. è un po' come dice gaber: quando vai al bagno non ci vai proprio per pensare, ma...già che sei lì!...

12 novembre, 2005 22:02  
Blogger Jonny said...

esatto, esatto! (come disse l'esattore)

13 novembre, 2005 03:17  
Blogger Gio Palla said...

"Una scala mobile assolve alla funzione di macchina per il caffè e di dispositivo artistico. Il caffè viene servito alla partenza della scala e il tempo della salita è utilizzato per la consumazione o anche per la visione rapida di una mostra; al termine, il bicchiere viene inserito in un raccoglitore e, appiattito, diventa di volta in volta un invito per una mostra, un biglietto per uno spettacolo, una cartolina ricordo"
come vedi l'idea di mettere percorsi in spazi espositivi esite già..e poi c'è anche il caffè cosa potevamo chiedere di meglio noi della moka:)

concorsi per idee a parte il mio rapporto con la scala mobile è un pò buffo...guardavo sempre un pò con aria interrogativa gli svedesi celeri che pretendevano la destra per salire le scale, ma nel mio rapporto quotidiano spesso mi ritrovo a guardare gli altri dalla scala normale mentre corro per non perdere il treno!!

sono daccordo fare lunghi tratti in metro stimola il pensiero e dopo un pò di fatica iniziale: intendo trova un posto, tira fuori il libro e riprendi la pagina giusta, tutto senza urtare il vicino; concila bene la lettura

13 novembre, 2005 18:33  

Posta un commento

<< Home