28 agosto, 2005

Enzo


Un anno fa veniva ucciso in Iraq, Enzo Baldoni, di ritorno da una missione umanitaria che portava acqua e medicine a Najaf, organizzata da lui con l’aiuto dell’amico Ghareb –anch’egli ucciso- e quello di molti operatori italiani della Croce rossa, nonostante l’opposizione dei vertici italiani dell’organizzazione.

Se vi va di andare con lui nella Colombia delle Farc per conoscerne i capi, fra “piombo e tenerezza”, se vi va di incontrare “il culo e il carisma” del passamontagna più famoso al mondo, quello del subcomandante Marcos nelle montagne del sureste messicano, se volete conoscere il leader dei guerriglieri del Timor Est che Enzo nascose nella periferia di Giakarta, se vi va di camminare per le fogne di Bucarest, nel lebbrosario di Kalaupapa, chiacchierare con i dissidenti cubani, in un mondo di transessuali e bambini di strada che sniffano basuco nella favelas di Bogotà, un mondo di guerrieri rivoluzionari, ricche ereditiere, ragazzini col mitra, simpatici baristi e campesinos, siano essi arabi, cubani o indios, insomma se volete viaggiare seguendo le coincidenze e “la panza” di Enzo, avendo come compagne la sua curiosità ed ironia, la sua penna allegra e lucida che con infantile franchezza non nasconde mai la commozione, il cinismo occidentale o l’ottimismo zen, beh allora la rete vi può essere d’aiuto.

qui trovate gli articoli di Enzo per Linus, Repubblica, Diario... ed i road book delle sue “ferie” da copywriter

questo è il blog del suo ultimo viaggio dove trovate i link di quelli precedenti

meno male che ad Enzo non bastava fare –ad altissimo livello- il pubblicitario, occuparsi di traduzioni e critica fumettistica e che ogni tanto sentiva una vocina gastrica che lo spingeva “ a ficcare il naso dove i governi non vorrebbero”.

Questo è ciò che scrisse prima di partire per Baghdad:

sabato, 24 luglio 2004

E' tornato. E' tornato il momento di partire.
Da un po' di tempo la solita vocina insistente tra la panza e la coratella mi ripeteva: "Baghdad! Baghdad! Baghdad!". Ho dovuto cedere.
Come sempre, quando si prepara un viaggio importante, cominciano a grandinare le coincidenze. E chissà quanto sono segni e quanto le provochiamo noi.

Ancora una volta, prima di una partenza, mi sono sdraiato sotto le stelle, nella Romagna dei miei nonni e della mia infanzia, in cima a Monte Bora, sulla terra notturna ancora calda del sole di luglio.
La terra, sotto, mi riscaldava il corpo. La brezza, sopra, lo rinfrescava.
Lucciole, profumo di fieno tagliato, il canto di milioni di grilli.
E' qui che da piccolo studiavo spagnolo su un libro trovato in soffitta. E' qui, davanti a un piatto di tagliatelle, che tre anni fa si è fatta sentire la solita vocina che ripeteva: "Colombia, Colombia, Colombia!"

Si è parlato molto di morte in questi giorni: della morte serena di Zio Carlo, filosofo e yogi, che forse sapeva la data del suo trapasso. Guardando il cielo stellato ho pensato che magari morirò anch'io in Mesopotamia, e che non me ne importa un baffo, tutto fa parte di un gigantesco divertente minestrone cosmico, e tanto vale affidarsi al vento, a questa brezza fresca da occidente e al tepore della Terra che mi riscalda il culo. L'indispensabile culo che, finora, mi ha sempre accompagnato.>

Scusate la lunghezza

francesco

26 agosto, 2005

Baciamo tutti il culo a Renato o ci riempirà di mazzate

Chi ha scritto questa roba deve essere un genio, avrei voluta scriverla io a 16 anni, a quattro mani insieme a Rents...
In fondo lo dicono sempre che il linguaggio deve adattarsi all'epoca in cui si vive...

cliccate sul titolo. :-)

Fatemi sapere poi con cosa vi piace il wurstel...

24 agosto, 2005

Volevo arrubba` a casa dii ladri...




m`hai sgamato subito, eh?
hahaha...

Mi andava solo di lasciare un saluto a due persone care che vengono spesso qui dentro, Andrea e Paolo, ma la mia incapacita` informatica ha preferito creare un blog intero piuttosto che sforzarsi di capire come si lascia un messaggio (questo e` tutto il mio illuminismo!)

vabbe`, un saluto a tutti...
Paolo S.

22 agosto, 2005

Droghe legali, scrittura, artisti e romanzieri



Per tutti coloro che hanno 5 minuti da perdere e vogliono perderli leggendo le stronzate che suggerisce Jonny consiglio questo brano...
io l'ho trovato stupefacente...(scusate la battutaccia).

Ciaoo

(per i più "lenti" bisogna cliccare sul titolo del post ^_^)

16 agosto, 2005

(...) per brindare non c'era champagne,

ma sollevando un bicchiere d'acqua fresca presi formalmente con me stesso l'impegno di non cedere, per nessuna ragione, a nessun costo, alla tentazione di volare. Avrei viaggiato il mondo con ogni mezzo possibile purchè non fosse un aereo, un elicottero, un aliante o un deltaplano.
Fu una splendida decisione e l'anno 1993 è finito per essere uno dei più straordinari che io abbia passato: avrei dovuto morirci e son rinato. Quella che pareva una maledizione s'è dimostrata una vera benedizione. Muovendomi tra l'Asia e l'Europa in treno, in nave, in macchina, a volte anche a piedi, il ritmo delle mie giornate è completamente cambiato, le distanze hanno ripreso il loro valore e ho ritrovato nel viaggiare il vecchio gusto di scoperta e di avventura. D'un tratto, senza più la possibilità di correre a un aereoporto, pagare con una carta di credito, schizzar via ed essere, in un baleno, letteralmente dovunque,sono stato costretto a riguardare al mondo come a un intreccio complicato di paesi divisi da bracci di mare che vanno attraversati, da fiumi che vanno superati, da frontiere per ognuna delle quali occorre un visto; e un visto speciale che dica "via terra", come se questa via, specie in Asia, fosse nel frattempo diventata così insolita da rendere automaticamente sospetto chiunque si ostini a usarla.
Spostarsi non è stato più questione di ore, ma di giorni, di settimane. Per non fare errori,prima di mettermi in viaggio, ho dovuto guardare bene le carte, rimettermi a studiare la geografia. Le montagne sono tornate ad essere possibili ostacoli sul mio cammino e non più delle belle, irrilevanti rifiniture in un paesaggio visto da un oblò.
Il viaggiare in treno o in nave, su grandi distanze, m'ha ridato il senso della vastità del mondo e soprattutto mi ha fatto riscoprire un'umanità, quella dei più, quella di cui uno, a forza di volare, dimentica quasi l'esistenza: l'umanità che si sposta carica di pacchi e di bambini, quella cui gli aerei e tutto il resto passano in ogni senso sopra la testa.
Impormi di non volare è diventato un gioco pieno di sorprese. A far finta, per un po', d'essere ciechi si scopre che, per compensare la mancanza della vista,tutti gli altri sensi si affinano. Il rifiuto degli aerei ha un effetto simile: il treno, con i suoi agi di tempo e i suoi disagi di spazio, rimette addosso la disusata curiosità per i particolari, affina l'attenzione per quel che si ha attorno, per quel che scorre fuori dal finestrino. Sugli aerei presto si impara a non guardare,a non ascoltare: la gente che si incontra è sempre la stessa; le conversazioni che si hanno sono scontate. In trent'anni di voli mi pare di non ricordarmi di nessuno. Sui treni, almeno quelli dell'Asia, no! L'umanità con cui si spartiscono i giorni, i pasti e la noia non la si incontrerebbe altrimenti e certi personaggi restano indimenticabili.
Appena si decide di farne a meno, ci si accorge di come gli aerei ci impongono la loro limitata percezione dell'esistenza; di come,essendo una comoda scorciatoia di distanze, finiscono per scorciare tutto: anche la comprensione del mondo. Si lascia Roma al tramonto, si cena, si dorme un po' e all'alba si è già in India. Ma un paese è anche tutta una sua diversità e uno deve pur avere il tempo di prepararsi all'incontro, deve pur far fatica per godere della conquista. Tutto è diventato così facile oggi che non si prova più piacere per nulla. Il capire qualcosa è una gioia, ma solo se è legato a uno sforzo. Così con i paesi. Leggere una guida, saltando da un aereoporto all'altro, non equivale alla lenta, faticosa acquisizione - per osmosi- degli umori della terra cui, con il treno, si riamane attaccati.
Raggiunti in aereo, senza un minimo sforzo nell'avvicinarli, tutti i posti diventano simili: semplici mete separate tra di loro solo da qualche ora di volo. Le frontiere, in realtà segnate dalla natura e dalla storia e radicate nella coscienza dei popoli che ci vivono dentro, perdono valore, diventano inesistenti per chi arriva e parte dalle bolle ad aria condizionata degli aereoporti, dove il "confine" è un polizziotto davanti allo schermo di un computer, dove l'impatto con il nuovo è quello con il nastro che distribuisce i bagagli, dove la commozione di un addio viene distratta dalla bramosia del passaggio obbliagato attraverso il free duty shop, ormai uguale dovunque.
Le navi si avvicinano ai paesi entrando con lento pudore nelle bocche dei loro fiumi; i porti lontani tornano ad essere delle agognate destinazioni, ognuna con la sua faccia, ognuna con il suo odore. Quel che un tempo si chiamavano i terreni di aviazione erano anche loro un po' così. Oggi non più. Gli aereoporti, falsi come messaggi pubblicitari, isole di relativa perfezione anche nello sfacelo dei paesi in cui si trovano, si assomigliano ormai tutti; tutti parlano nello stesso linguaggio internazionale che dà a ciascuno l'impressione di essere arrivato a casa. Invece si è solo arrivati in una qualche periferia da cui bisogna ripartire, in autobus o in taxi, per un centro che è sempre lontanissimo.
Le stazioni invece no, sono vere, sono specchi delle città nel cui cuore sono piantate. Le stazioni stanno vicino alle cattedrali, alle moschee, alle pagode o ai mausolei. Una volta arrivati lì, si è arrivati davvero.

Tiziano Terzani, "Un indovino mi disse..".

15 agosto, 2005

Desideri

"....Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Così... Io non è che volevo essere felice,questo no. Volevo... salvarmi,ecco : salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri cha salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano,inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. é lì che salta tutto,non c'è verso di scappare,più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare."
Alessandro Baricco - Oceano mare

13 agosto, 2005

Non Solo Dolci...


Non è di certo per le espressioni artistiche che ricorderemo Budapest..non i suoi poeti, pittori o artisti; sono stati invece i ponti, i colori della notte, i bagni , i sapori ad aver lasciato segno di sé. Le dolci leccornie e le gustose pietanze scandivano i nostri 15 km (sto citando Ida); che dire poi delle tanto famigerate terme...avete ragione sono tra i soldi meglio spesi e se bene mi stia ancora spellando...effetto delle numerose saune..cosa meglio di massaggi e idromassaggi poteva intramezzare una vacanza?!
Il lasciarsi trasportare dalla curiosità di scoprire posti nuovi per poi tornare all'appuntamento quotidiano con la beneamata Gerbeaud...che torte ragazzi...impossibile essere tristi a Budapest! Ha fatto si che dopo pochissimo tempo ci sentissimo a casa e la città si è trasformata nella suontuosa cornice della nostra vacanza. Il Danubio...questo immenso fiume che divide e anima la città, i numerosissimi parchi e le buffe statue collocate nei posti più insoliti resteranno nalla mia mente, inscindibili dalla simpaticissima compagnia.
Andateci, stateci qualche giorno...lasciatevi coccolare!!!

10 agosto, 2005

col Mac al Mac (di Londra)




Ciao a tutti,
io direi di fermarci con le nostre chiaccherate intellettuali,
per dare spazio all'agosto che ottunde le menti col suo caldo asfissiante.
Eccomi che vi scrivo da Londra col mio Paboo (eh si! Alla fine mi è arrivato!)
....insomma qui si sta un po' più freschi..ma non è che risolva molto...
è il torpore interiore....quello sì...
Vabbe' ....ho scritto questo post solo per dirvi che ho comprato il Mac...
e aspetto con ansia post dal Vietnam!!

03 agosto, 2005

Resta Vile Maschio Dove Vai?


"Muovesi l'amante verso la cosa amata.
Se l'amato è vile l'amante si fa vile.
Quando l'amante ha la cosa amata, lì si riposa.
Quando il peso é posato, lì si riposa."

( - Leonardo Da Vinci -)

Aggiungerei:

Senza desideri, siam poca cosa...


Ps: più corto di così non ce la faccio, putroppo ho il post superdotato.