28 giugno, 2005

Post umano. Senza trattino.

Ho letto un po' le vostre parole, e l'amore di fats, andrea, jonny, rents (che suppongo sia marco) e gli altri mi ha quasi fatto sentire in dovere di partecipare.
Il post è umano perché non ho da proporre nessun argomento, nessun'opera. Vi scrivo in tutta sincerità per dirvi che ho provato un leggero imbarazzo mentre leggevo i vostri pensieri vogliosi e curiosi, e io leggevo solamente, senza dire niente. C'erano scritte cose belle, e io ne sono rimasto un po' fuori, a spiare. anche un po' invidioso.
Non ho mai creduto molto nella condivisione di idee, nel sentire i pareri degli altri. non che non mi piaccia il colloquio, siamo fatti di parole. però non mi piace pensare di parlare con "gli altri". credo di avere, spesso, voglia di sentire L'Altro, e quando ci rivolgiamo a Gli Altri questo spesso non avviene.
Sto rompendo un po' i co*§°:oni, e ho già detto troppi "penso", "credo" e via dicendo.
In pratica ho scritto per dirvi "bentrovati!", e per scusarmi se sarò un po' silenzioso. Ciò non vorrà dire che non parteciperò. Probabilmente qualche cazzata come quella di oggi la scriverò anche io, ma mi sa che il mio "carattere" mi porterà spesso a rimanere dietro le quinte.
pardon
franco

27 giugno, 2005

Palumm'e notte



Tiene mente 'sta palomma,
comme gira, comm'avota,
comme torna n'ata vota
sta ceròggena a tentá!
Palummè' chist'è nu lume,
nun è rosa o giesummino...
e tu, a forza, ccá vicino
te vuó' mettere a vulá!...

Vatténn''a lloco!
Vatténne, pazzarella!
va', palummella e torna,
e torna a st'aria
accussí fresca e bella!...
'O bbi' ca i' pure
mm'abbaglio chianu chiano,
e che mm'abbrucio 'a mano
pe' te ne vulé cacciá?...

Carulí', pe' nu capriccio,
tu vuó' fá scuntento a n'ato...
e po' quanno ll'hê lassato,
tu, addu n'ato vuó' vulá...
Troppi core staje strignenno
cu sti mmane piccerelle;
ma fernisce ca sti scelle
pure tu te puó' abbruciá!

Vatténn''a lloco!
Vatténne, pazzarella!
va', palummella e torna,
e torna a st'aria
accussí fresca e bella!...
'O bbi' ca i' pure
mm'abbaglio chianu chiano,
e che mm'abbrucio 'a mano
pe' te ne vulé cacciá?...

Torna, va', palomma 'e notte,
dint'a ll'ombra addó' si' nata...
torna a st'aria 'mbarzamata
ca te sape cunzulá...
Dint''o scuro e pe' me sulo
'sta cannela arde e se struje...
ma ch'ardesse a tutt'e duje,
nun 'o ppòzzo suppurtá!

....'O bbi' ca i' pure
mm'abbaglio chianu chiano,
e che mm'abbrucio 'a mano
pe' te ne vulé cacciá?...

"S. Di Giacomo - Buongiovanni"

Ora, non vorrei che questo Blog diventasse un posto dove mettere tutte le cose che mi piacciono e ammorbarvi/ci con le mie passioncelle . No. Ma ora si. Questa è una canzone napoletana dei primi del novecento...è una poesia, ma veramente una poesia. Ora provo a tradurvela (qualche vocabolo manca anche a me....).


La Falena (sarebbe la "Farfalla della notte")

Guarda questa falena
come gira e come vola
come torna un'altra volta
ad attentare questa candela
Piccola falena questo è un lume
non è una rosa o un gelsomino
e tu per forza qua vicino ti vuoi
mettere a volare!

Vai via di qui,
Vattene pazzariella
vai piccola falena e torna torna
all'aria così fresca e bella
Lo vedi che pure io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti scacciare?

Carolina, per un capriccio
tu vuoi fare triste un altro
e poi quando l'hai lasciato
tu ad un altro vuoi volare
Troppi cuori stai stringendo
co' 'ste mai piccoline
ma va a finire che queste ali
pure tu ti puoi bruciare.

Vai via di qui,
Vattene pazzariella
vai piccola falena e torna torna
all'aria così fresca e bella
Lo vedi che pure io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti scacciare?

Torna, vai, falena
dentro al buio dove sei nata
torna all'aria imbalzamata
che ti sa riconsolare
Dentro al buio, per me solo
questa candela arde e si strugge
ma che ardesse a tutti e due
non lo posso sopportare!

...Lo vedi che pure io
mi abbaglio piano piano
e che mi brucio la mano
per volerti scacciare?


Vi prego, se potete acoltatela nella versione cantata da Roberto Murolo, la trovate qui. (Se il link nono dovesse funzionare, fate click col tasto destro sullo stesso e copiate il link. Dopodichè incollatelo sulla barra degli indirizzi del browser.)

Questa canzone in questo periodo m'è tanto vicina che finirà che mi ci brucio.
Per ora ci verso sopra un po' di vino.

un bacio

Andrea

26 giugno, 2005

31 ottobre di mille anni fa.

Fa freddo fuori dalla casetta, ma importa poco: sono ben protetto dalla giacca che ho addosso e dal thc che ho nel sangue. Solo dieci minuti prima non ero nemmeno in grado di parlare, fermo e pallido, con la testa sprofondata nei tasti freddi e muti della tastiera. Invece ora sto col culo su uno scooter che sputa fumo bianco, quasi eccitato all'idea di doverlo guidare per cinquanta lunghissimi metri.
Stiamo per andare e invece "ferma, ferma!" mi fa, scende in fretta e si allontana di un paio di metri. Resto fermo, con lo sguardo su di lui che adesso è poggiato con una mano al muro della "sala prove", come ad evitarne il crollo. Ha il capo chino e tutto il corpo in avanti, come ad inseguire il proprio di crollo o addirittura tuffarcisi dentro...non ne può più fare a meno: vomita. Un getto netto e violento. Uno.
Per un attimo sono impietrito. E' la prima volta che vedo qualcuno vomitare? Forse no, ma è la prima volta che lo vedo in quel modo e mi stupisco: assistito senza voltarmi dall'altra parte e soprattutto senza unirmi al club degli idranti umani!
Non ho neanche finito di farmi i complimenti che l'equilibrio si fa di nuovo dolcemente instabile, torna il sorriso rincoglionito sui volti di entrambi.
Di nuovo in sella mio prode compagno!
Si parte: è indubbiamente l'ora dei tortellini.

Ordem e Progresso: Brasile-Italia 4 0


Vi invito a leggere questo articolo
A quanto pare il governo brasiliano si sta veramente dando da fare per cerca di cambiare qualcosa. Qualcosa del tipo prendere forti posizioni contro brevetti e copyright. Qualcosa tipo cercare di ridistribuire in maniera non criminosa ricchezza e cultura. D'altraparte loro hanno Gilberto Gil come ministro mica la Moratti o Urbani. Quello che il governo del presidente Lula sta cercando di fare è di adottare la filosofia open source anche al di là del campo dell'informatica. Per chi di voi non lo sapesse l'open source è una grandissima idea sociale. Sostanzialmente si tratta di gente che spesso volontariamente e gratuitamente contribuisce alla creazione di applicativi di carattere informatico quali sistemi operativi e applicazioni di ogni tipo che vengono poi distribuiti in genere gratuitamente assieme anche al codice sorgente. Il fatto di avere il codice sorgente (l'open source appunto) consente sostanzialemente due grandi vantaggi. Il primo è che così facendo si è sicuri che nei programmi che usiamo non ci sia del codice maligno in grado di inviare informazioni personale a chi non vogliamo/sappiamo. Teoricamente ogni volta che usate media player per ascoltare un mp3 voi non sapete cosa succede in "sottofondo" magari qualcuno si sta facendo i fatti vostri. Avendo il codice dei programmi chiunque invece può accertarsi che questo non avvenga. D'altronde avendo i sorgenti chiunque può milgiorare il programma in questione, eliminare bug e ridistribuirlo. Insomma e come se tutto il mondo contribuisse a milgiorare le cose con quel che sa fare. I risultati raggiunti sono stati notevoli, dal punto di vista qualitativo, spesso superiori a soluzioni di carattere "proprietario".
Siete da me obbligati a leggere (almeno in parte) la definizione di open source su wikipedia dove tra l'altro si parla di open content (in sostanza l'open source applicato alla cultura in generale) e di Stallman fondatore della Free Software Foundation a dire di molti (e anche mio) un profeta, un rivoluzionario, un santone dei nostri tempi che veramente meriterebbe di finire sui muri e sulle bandiere della gente (ma non a fini di strumentalizzazione) per quanto sta facendo per migliorare questo sporco mondo.
Ma tornando al Brasile, adesso che tutti sapete che cos'è l'open source (e so che me ne siete grati), capirete che cambiare le politiche di accesso al patrimonio culturale umano non è gesto da poco. Insomma hanno capito che la vera sfida per il futuro è questa. Il potere non è un qualcosa di dissociato dall'informazione. E le decisioni che sono state prese avranno una risonanza mondiale. Stanno remando in una direzione totalmente opposta alla nostra che vogliamo i poveri ancora più poveri ed ignoranti e i ricchi sempre più ricchi. Non ci accorgiamo che il mondo delle multinazionali e dei brevetti ci porta di fatto a vivere in un regime oligarchico (e a stare dalla parte della moltitudine). Il governo brasiliano sta farvorendo il passaggio di tutta la burocrazioa statale verso sistemi liberi (sbarazzandosi di fatto dei costosi ed inaffidabili sistemi microsoft), sta stanziando ingenti fondi per incentivare l'informatizzazione libera dei ceti meno abbietti. Ha deciso di non rispettare i brevetti su dei farmaci contro l'AIDS, perchè le società che li detengono si rifiutano di renderli economicamente accessibili a chi ne ha bisogno decidendo di prodursi da se il prinicipio attivo necessario. In questo modo in realtà non si va neache contro gli accordi internazionali che non devono (dovrebbero) vedere subordinatà la salute dei cittadini ai profitti delle aziende. Il governo brasiliano ha capito che è suo dovere estendere e garantire l'accesso alla conoscenza. Carlo Prado, membro del team di lavoro del ministero della cultura assegnato a Gil, ha recentemente affermato ""Non si tratta solo di adottare software libero nella pubblica amministrazione per risparmiare un po' di quattrini, la filosofia del software libero e l'etica hacker sono gli ideali di riferimento e ispirano tutta la nostra politica, anche al di fuori del campo dell'informatica. Riscatto sociale significa sì cibo, acqua, lavoro e condizioni decenti per gli emarginati,ma anche banda larga, pubblica e gratuita per tutti. E non ci fermeremo finchè non avremo raggiunto tutti questi obiettivi."
Esattamente il contrario di quello che si sta facendo in Italia e in Europa. Dove non si è fatto nulla per impedire la legge sui brevetti software, dove si stringono alleanze a colpi di sorrisi e pacche sulle spalle con le grandi multinazionali informatiche e dove internet viene snobbata e la tecnologia è un grande sconosciuta per il 20% della popolazione. E non si tratta di destra o di sinitra. I demeriti sono da entrambe le parti. Il momento milgiore per rimboccarsi le maniche è già passato. Bisogna comunque far qualcosa altrimenti il nostro futuro avrà un piccola "c" cerchiata affianco.

24 giugno, 2005

Metafisica terzinata


[…] Senti Mingus, non voglio romperti le palle, ma com’è che ogni volta che uno chiede a qualcun altro di spiegargli Dio, D-I-O, la gente come te comincia a sparare supercazzate, a dire parabole e a raccontare indovinelli? Perché non potete parlare in modo semplice come faccio io? Io sono Fats Navarro, sono alto un metro e settantatre. Sembro quasi messicano, con strani capelli felpati. Pesavo centosettantacinque chili. Ora ne peso cinquantacinque. Sono considerato membro della razza nera dall’uomo bianco. Uomo a cui non piaccio, ma non è un problema perché lui piace ancora meno a me. Mingus la stai prendendo talmente alla larga che sarò morto prima che arrivi a dirmi se Dio va al gabinetto oppure no”.
[…] ”Rispondi a questa domanda: perché tutte queste parolone?”
“Va bene Fats, se devi andare da New York alla California, e sai che la California esiste, non ti butti ad indovinare. Ti informi sulla direzione da prendere e poi la cerchi sulla mappa”. “Ci sono mappe stradali per il paradiso?”
“Io ne ho una ma la tua la devi costruire da te. […] Per quanto riguarda […] il paradiso, le poche mappe in circolazione sono così vecchie e tradotte in modo strano che non ti puoi aspettare che esseri umani intelligenti cerchino di seguire l’itinerario che indicano”.
“Vuoi dire bibbie, pergamene iscrizioni e cose simili?”
“Sì, e non abbiamo nuove indicazioni o visioni di santi moderni, i quali stanno cadendo nelle trappole del dubbio. Forse sono diminuite le capacità umane di comunicare con le Leggi Divine rispetto ai tempi di Cristo? Lui ha detto: ‘Cerca e troverai… anche tu puoi diventare Figlio di Dio’. Queste parole non dimostrano forse che la Chiesa dovrebbe abbandonare Dio, per essere in grado di occuparsi delle nostre vite e dei nostri peccati esattamente come i cinesi si occupano della nostra biancheria? Ma la Chiesa agita la bacchetta magica e dice: ‘L’uomo può uccidere o fare qualsiasi cosa, ed espiare poi attraverso di me senza neanche adoperare il suo televisore per comunicare con lo Spirito Divino’”
“E dagli Mingus, Io ti stavo chiedendo di Dio: D-I-O. Quanto pesa? Dov’è? Quant’è lontano?”
“Fats, quanto fa cinque più cinque?”
“Dieci baby”.
“Potrebbe fare venti?”
“No non potrebbe, Mingus”.
“Si che potrebbe, Fats, sei stupido a limitarti. Non hai chiesto cinque di che cosa. Io stavo pensando a cinque coppie sposate, maschi e femmine, in un vagone letto. Quando salgono sono coppie quando li contano invece sono individui. Quindi io volevo dire: cinque coppie più cinque coppie fa venti. La risposta può essere in quello che il ricercatore preferisce […].
Dio è il prodotto delle parti sommate, sottratte, moltiplicate, divise. Dieci da solo non è uguale a Dio, neanche venti. Quindi come può qualcuno che ragiona cominciare con una risposta e chiamarla un totale? Mi hai detto che la tua conoscenza globale, ricavata dalla tua vita in questo mondo, è uguale a niente. Fats, nihil. Nella tua visione matematica non c’è pericolo per nessun altro. Ma non dimenticare che una volta, sui tuoi piedi, fuori dalla tua enorme massa di centocinquanta chili e attraverso i tuoi polmoni, è uscita una splendida esplosione di suono simile alla voce degli elementi che cozzano fra loro, mentre la tua tromba cambiava la velocità dei venti! E ora chiedi di morire perché hai giudicato te stesso meno importante della merda di questo mondo! Mi dispiace Fats, io sono abbastanza sincero con me per riconoscere una bugia (perfino se sono io a dirla) e questa è l’unica verità necessaria. La tua tromba non ha mai mentito su di te. Tu ami più di quanto non ami io, e per questo desideri morire. Solo tu puoi cambiare questa situazione”.
“Sarebbe a dire che secondo te io credo anche se non credo?”
“Sì, anzi dico che tu credi più dei credenti, che non possono sopportare di pensare che Dio potrebbe non esserci. Loro vanno in chiesa per paura, e la chiesa li ammonisce: ‘Venite per essere perdonati, ma non cambiate! Rimanete ubriachi, poveri e straccioni: perché abbiamo bisogno della vostra stupidità per combattere le nostre guerre e uccidere in nome di Dio!’”
“Mingus, sei per caso un comunista o roba del genere?”
“Quello che ti sto dicendo è vecchio come l’uomo delle caverne. Durante l’età della pietra mentre gli altri erano in giro con le mazze per darsele in testa, c’era già sicuramente qualche tizio che la pensava così. Bird e io ne abbiamo parlato”.
“Bird crede in Dio, Mingus?”
“Lo sai che ci crede. Un giorno o l’altro qualcuno di noi – disprezzati, ripudiati, fabbricanti di jazz – dovrebbe mostrare a quegli impiegati bigotti che gente come Monk e Bird muore tutti i giorni per la loro fede. Questo dovrebbe essere il dovere dei santi, ma loro sono così occupati a costruire templi che non hanno tempo né per te né per me. Ci sei? Tu dici che stai morendo, Fats, e che lo sai e non provi paura. E allora perché non muori adesso? Se tu sai che Dio non esiste, allora ce l’hai nelle mani il potere di Dio. Non hai bisogno di ammazzarti – pensa solo di voler morire. Così vai avanti Fats, perché lo sai che hai ragione che non c’è Dio, tu ne sai più di Cristo, Budda, Socrate, Platone, Maometto, Bird, Giuda, Mingus, Casals, Stravinsky Benjamin Franklin, Swami Vivikananda e Norman Mailer! Tu sai che non c’è Dio, tu ne sai più di tutti, tranne di qualche stupido impresario, critico o uomo politico. Ma sei fortunato che io credo perché te ne vieni qui con un complesso suicida come se fosse originale e pesi cinquantacinque chili e io potrei farti il favore in pochi secondi. Ma io so che è sbagliato, so di essere nato come un prolungamento della vita. Tutto quello che c’è la fuori: il cielo, la luna, il sole, l’universo, lo spazio, tutta la faccenda sono io. Mi ricordo una volta ne stavo parlando con Bird. All’improvviso mi disse: ‘Mingus! Non fare quel respiro!’ Io non respirai. Aveva la sua mente in sintonia con i miei pensieri e quando io sentii il bisogno di respirare di nuovo lui disse: ‘Non fare neanche questo respiro ’. Io non respirai di nuovo. Qualche minuto più tardi gli parlai ‘Perché dovrei morire per te , Bird? Se succedesse tu non ci crederesti penseresti che è stato solo un incidente ’. ‘ No, non lo penserei, Mingus’, disse Bird. Perciò io cominciai a morire per lui. Gli si riempironon gli occhi di lacrime. Disse: ‘Non ti sprecare –non servirebbe a niente comunque ’. […] ‘Mingus, tocca la mia giacca. Cos’è, Mingus, cos’è? ‘Non lo so Bird’. ‘E’ cachemire la migliore lana del mondo. Adesso palpala di nuovo, Mingus. Cos’è?’ ‘Cachemire, Bird’. ‘Mingus, questa giacca non vale un cazzo! Pelo di capra morta delle montagne del Tibet. Pelo di capra, Mingus, pelo di capra!’
Non so come mai tutte queste bellissime situazioni che succedono mi trovano sempre presente. Ma io ero lì con Bird, mentre Lennie cercava di dirgli che Dio non c’era. E Bird disse: ‘Sei sicuro Lennie? Il posto è libero? Allora lo prendo io. In ginocchio Tristano. Ringraziami per tutto quello che ti ho dato. In ginocchio cieco scriteriato senza occhi nell’anima. Adora l’uccello che vola senza ali!’. Se Eddie Kern non lo avesse interrotto, Lennie sarebbe ancora dove stava quella sera.”.
“Mingus, chi è Dio?”
“L’uccello senza ali, figlio di puttana! Bird!”
“Mingus, pensi che potrei volare ora che sono tanto dimagrito?”
“Come credi di poter uscire dalla tua testa sennò, Fats?”
[…] Io mi sento semplicemente tagliato fuori da tuta questa faccenda di cui stai parlando, Ming. E’ come per quei ragazzini che si beccano il gelato. Io non l’ho mai avuto, li ho solo guardati leccarselo. Neanche oggi lo mangio. Per me non esiste. Non esiste il gelato. Ma quando ho insultato Dio non volevo fare del male a te. Perché ti amo, ti amo nel profondo del mio cuore. E’ per questo che me ne vado, perché l’uomo bianco e la gente in generale non sa cos’è l’amore. Che si fottano! Mingus, in realtà io non voglio morire, ma lo sto facendo e non ho paura. Perché una cosa che ho cercato di fare bene nella mia breve vita. Ho veramente amato, tu lo sai che ho amato”. […]

(Charles Mingus, Peggio di un bastardo)

Ho trascritto questo passaggio perchè a me piace moltissimo. Dentro ci trovo tutta l'energia che da secoli si accompagna agli sforzi della genta nel cercare di trarre qualche conclusione sull'argomento soprannaturale. E ci vedo anche le ore di disscussioni senza fine che tutti noi abbiamo speso per contribuire alla causa, a volte anche in modo animato, altre mascherando la nostra perplessità dietro un bluff inefficace. Quello che mi incuriosisce è proprio questa misteriosa propulsione ad affrontare il problema. Non sembra strano anche a voi? A tal proposito mi tornano spesso in mente le parole
di uno scrittore di aforsmi delle nostre parti: "I credenti onesti si affannano a dimostrare che Dio esiste. Gli atei onesti si affannano a dimostrare che Dio non esiste. A nessuno che venga in mente l'assurdità di ogni ulteriore predicabilità di Dio. Dio è Dio. Cos'ha a che fare con ciò l'esistenza?"

Spero di non aver urtato l'insensibilità di nessuno.

23 giugno, 2005

Il ponte Mirabeau



Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amor
Che io me ne sovvenga
La gioia mai mancò dopo il dolor

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

Le mani nella mani restando faccia a faccia
Lasciam che giù
Sotto l'arcata delle nostre braccia
D'eterni sguardi passi l'onda lassa

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

L'amore va come va la corrente
L'amore va
Come la vita è lenta
E come la speranza è violenta

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

Giornate e settimane il tempo corre
Né più il passato
Né più l'amore torna
Sotto il Mirabeau la Senna scorre

Venga la notte rintocchi l'ora
i giorni vanno io non ancora

(G. Apollinaire)

L'idea che m'è venuta è che tutta la poesia parli di differenza. Il verso più importante è "La gioia mai mancò dopo il dolor" e tutta la poesia è lì che si raffina nel dolore nell'attesa di ciò che manca.
Secondo voi? Cos'è questa poesia misteriosa?

Preambolo



Parlo con voi nella speranza di non perdere mai me stesso.
E allora cerco di descrivermi per quello che ero, cercando di convincervi che poi non è che sia cambiato molto.
Non dico che cerco di ingannarmi, ma tutto questo affanno mi preoccupa. Per questo decido che l'esigenza dimostratrice è scaturita dalla riflessione sulle persone che mi sono attorno. Attribuisco loro un ruolo antitetico al mio al solo scopo di sintetizzare la mia volontà di non deteriorarmi, semplicemente per il fatto che il tempo ha deciso di scorrere, comunque.
L'incuranza ha come unico antidoto la ribellione cosciente.