07 luglio, 2005

World Soccer


Pezzi di merda, mi fate schifo quanto quelli che ci fanno saltare per aria. E ancora parlate di democrazia. Perché è la gente comune, quella che poi ci rimette le penne, che vuole rischiare le chiappe per tenere 200 soldati ad ammazzare per salvaguardare i pozzi di petrolio che tra un anno saranno dell'Eni e che poi ci rivenderete a mille dollari al barile. Lo stesso petrolio che oltretutto sta danneggiando senza rimedio il pianeta. Per giunta chi ne viene derubato ci fa saltare in aria. Cornuti e mazziati. Tutto ciò è estremamente illogico. Se da qualche parte c'è profitto, non è assolutamente ad appannaggio della gente comune. Quella che secondo loro dovrebbe detenere il potere. Ma non vi sembrano troppo grandi le loro teste? Dov'è Robespierre?


Chiedono il nostro silenzio per le vittime. Non sono d'accordo.

23 Comments:

Blogger Francesco said...

dei "leader" non so proprio che dire, sarebbe una sequela di improperi;

sono abbastanza sconvolto, sono quasi spossato, spero che fra la paura e l'incoscienza ci sia una via di mezzo,
ma mi sembra di aver vissuto inconsapevole di dove ci troviamo e di che cosa esportiamo, ed ora ho paura,
morti "accidentali" per nulla casuali, ma volute, violente, ed eccoci anche noi, io , a baghdad, in afghanistan, pakistan, o altri bei posti democratizzati, e ripenso a tutte le volte che ho sentito in questi anni - cazzo, sono già anni!- notizie di attacchi in iraq, di 10, 50, 100 vittime, e per quanto facessero parte di discussioni, di (tentativi di) analisi politiche anche comuni, erano lontano, lontano il dolore, ma oggi sento un po' di quel dolore, e mi sento anche in colpa,

ed ora vorrei sperare, con un ingenuo slancio di
pacifismo/egoismo/paurismo, che le bombe cessino, perchè che siano lanciate da dei bei bombardieri o che siano nelle metro e nei bus hanno sempre lo stesso effetto, terrore e morte,

07 luglio, 2005 20:13  
Blogger De Andrea said...

A me, vi devo dire, importa poco. Forse è perché non li conoscevo, ma non riesco a provare dolore per la "gente" che muore. Quasi quasi non sono riuscito a provare dolore nemmeno per mio zio. Non ne ho idea. Ciò che mi spinge a gridare allo strazio è più una sorta di filantropia a cui sono stato ammaestrato. Si, l'odio per i potenti del mondo, si quello affiora, ma si sviluppa in una rabbia frustrata, un mordermi le labbra sul divano. E per i bambini in Africa? Be' se me ne fregasse qualcosa andrei lì.

08 luglio, 2005 10:58  
Blogger Jonny said...

Quello che dici è comprensibile. La nostra sensibilità è atrofizzata il nostro senso dell'orrore assuefatto. Credo che però se sentissimo il rumore delle esplosioni, se vedessimo con i nostri occhi la morte, qualcosa ci scuoterebbe. I morti di Londra non sono diversi da quelli di Israele ne da quelli di Baghdad. Però ci fanno più paura. Perchè colpire Londra è come colpire Roma. Questo fa diventare reale il fatto che una similitudine possa diventare realtà. Se permetti al di là dell'orrore o del non-orrore, c'è anche la rabbia da impotenza di un cittadino come tanti che viene messo a rischio, contro ogni sua volontà, da una politica estera incosciente.

08 luglio, 2005 11:22  
Blogger De Andrea said...

Non penso che la mia sensibilità sia atrofizzata. Penso che, al limite, lo sia la mia immaginazione. Da bambino mi immaginavo con forza la sofferenza di quella gente (e non era empatia bada bene!) così mi soffermavo di più sul dolore. Ora mi si sgetolano le immagini e prevale l'interpretazione razionale. Ho meno la forza di immaginare (Anche se il teatro me la sta riportando indietro), ma l'interpretazione razionale non si risolve soltanto nella frase "vabbe' prima o poi tutti si muore", si contorce in logiche introspettive della serie "se non provo dolore è perché non ne ho", "l'immaginazione ora mi serve soltanto come senso di colpa, è inutile, conosco bene i sensi di colpa" ecc..
Ecco, non provo dolore per quella gente, perché non ho niente da salvare, di me, in quella gente.
Anche il mio senso di colpa credo che sia sempre stato altrove.

08 luglio, 2005 13:26  
Blogger De Andrea said...

L'indifferenza verso gli altri è una brutta bestia. Verso se stessi è un mostro goffo che si muove sui fiori.

08 luglio, 2005 13:30  
Blogger Jonny said...

Condivido ogni singolo byte di quanto detto da Silvia. E' "esattamente" quello che penso. Andrea ha mio avviso ha ragione in una cosa: la morte non deve far parte della vita, non deve essere una cosa plausibile.
E' un'espressione sua, io ho solo aggiunto i "deve" al posto degli "è". Mi spiego. Se iniziassimo a vivere nel terrore, ,avremo già gettato via le nostre esistenze. Avremo già perso e avremo già fatto il loro gioco. Però questo è modo di pensare "pericolosissimo". Se da una parte ci da la forza di andare avanti (un po' quello che diceva Foscolo nell'800, con tutte le cazzate che si raccontava Ortis da solo), dall'altra non ne dobbiamo rimanere intrappolati. Non deve diventare una scusa per non sentirsi chiamati in causa direttamente. Perchè è pensando che esistano realtà e realtà (maledetti videogiochi?maledetta televisione?) che si possono appoggiare azioni mostruose oppure, semplicemente ma non meno colpevolmente, lasciare che sia.

08 luglio, 2005 14:11  
Blogger De Andrea said...

Certo che è pericoloso dirsi "non mi importa". Ho esagerato a dire che non mi frega dei bambini in Africa. Con quella, che era una provocazione un po' volgare, volevo soltanto dire che il mio dolore non è il tentativo di vivermi un'idea di giustizia. E che non vuole essere indotto dall'immagine che io mi faccio del problema.
Ho scritto quei post, Silvia, perché credevo fossero letti da degli amici, che mi conoscono, che conoscono il mio impegno, percui nulla è lasciato all'indifferenza. Non parlerei mai così se sapessi che quello che dico potrebbe essere frainteso per comodità di pensiero.
Se t'ho fatto arrabbiare mi dispiace, ci conosciamo poco, credevo che il mio discorso sarebbe servito per ampliare degli orizzonti su cui io ho aggrappato la mia inadeguatezza al pensiero che tu hai espresso e che esprime la maggior parte della cultura con cui sono stato educato.

08 luglio, 2005 15:12  
Blogger franco said...

"se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione"

10 luglio, 2005 02:24  
Blogger Jonny said...

Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

10 luglio, 2005 09:33  
Blogger Jonny said...

@franco:
Hai ragione. Infondo parlare non costa nulla. Forse serve solo per uscire dalla condizione di "non so". Ma qual'è la via della pratica?

Anche la nostra generazione è condannata a perdere?

10 luglio, 2005 10:21  
Blogger De Andrea said...

...parlare, se hai mangiato l'idea, comincia a costare...

10 luglio, 2005 11:33  
Blogger franco said...

e infatti, jonny. qual è la via della pratica?
quando ho letto quello che aveva scritto andrea ero d'accordo, e poi, leggendo silvia, ero pure un po' d'accordo. cioè, lo sento il peso. la paura di provare a mangiare le idee e poi effettivamente rimanere qua col tovagliolo appuntato sotto al mento, ma bello comodo.
sono proprio combattuto. Credo in quella frase di gaber, la sento vera, però poi, appunto, rischiamo di perdere.

"io nun piango pe' qualcuno che more
nun l'ho fatto manco pe' 'n genitore
che morenno m'ha insegnato a pensare,
io nun piango pe' qualcuno che more

io nun piango quanno scoppia na guera
il coraggio dell'eroi stesi in tera
io lo premio co' du fiori de sèra
ma nun piango quando scoppia na guera

io piango quando casco nello sguardo
de 'n cane vagabondo
perché ce somijiamo in modo assurdo
semo du soli ar monno"

10 luglio, 2005 16:37  
Blogger Jonny said...

Io credo però, che sia VITALE, l'esser combattuti. Se anche questo conflitto interiore veneisse meno. Non ci sarebbe niente da fare. Saremmo tutti trasformati, tutti perduti. Come abbiamo detto altrove, l'uomo è animale+aggettivo. Venendo meno il combattimento perderemo l'aggetivazione, qualunque essa sia. Come gli animali proveremmo paura solo di fronte ad una violenza eplicita (ma non delle immobili canne di un fucile) e saremmo capaci di dolore solo se feriti.

Ps: mi farebbe piacere indicassi gli autori dei versi che citi. Altrimenti togli le virgolette e spacciali per tuoi :)

10 luglio, 2005 17:31  
Blogger franco said...

ero indeciso anche io se indicarlo o no, ma credo che a volte sia meglio fidarsi delle parole, piuttosto che affidarsi alle persone.
comunque l'autore è nientepopodimeno che (cioè la stessa quantità di popò) franco califano.

10 luglio, 2005 17:38  
Blogger franco said...

"credo che a volte sia meglio fidarsi delle parole, piuttosto che affidarsi alle persone"
chiedo scusa per le mie uscite universali e anche un po' morali, cercherò di contenermi...

10 luglio, 2005 17:49  
Blogger Jonny said...

No! Er califfo! Mitico! ;D

Non devi contenerti di nulla, questa è una spiaggia nudisti. Certo anche li ci sono certe regole...
ma non è questo il caso :)

Grazie per il riferimento della citazione, è la mia curiosità che è un po ingorda. E non mi sembrava troppo carino disturbare a San Google.

10 luglio, 2005 17:55  
Blogger franco said...

sì, ma vedere troppi culi rischia di farti passare la voglia

10 luglio, 2005 17:58  
Blogger Jonny said...

Touchè.



Anche perchè sento di non dover contiunare la metafora. :)

10 luglio, 2005 18:05  
Blogger De Andrea said...

Volevo dire una cosa, che la mia non vuole essere una presa di posizione.
Il mio è un tentativo di riconoscermi (nello stato emotivo in cui sono) nelle cose che dico. O meglio, riconoscere le cose che dico nello stato emotivo in cui mi trovo di fronte a quelle situazioni. Quando sono di fronte alla morte, non piango per empatia. Probabilmente sono solo terrorizzato. Quando morirà mia madre allora probabilmente sarò triste, perché impotente di fermare la felicità che in lei m'appartiene.
Comunque, sono andato fuori tema. Volevo dire che il mio, spero, sia uno stato transitorio. Vorrei cercare di "mangiare" l'idea percui in un solo uomo, muoia qualcosa di me. Solo che ora sono lontanissimo da quell'idea e non per lo spazio che mi divide da quelle morti. Sicuramente m'avrebbe scioccato essere davanti alle torri gemelle l'11 settembre, ma non avrei pianto quelle morti, avrei avuto paura per la mia di morte. Il resto è solamente in rimando alla mia immaginazione.

10 luglio, 2005 18:08  
Blogger Jonny said...

Il mio problema è che confondo la mia immaginazione con il resto. Più ne parli più mi sento allineato con quello che dici. Meno contraddizione ci trovo con quello che ha detto Silvia. Guardate solo da due parti diverse e questo non vuol dire che siate in contrasto. Come al solito ho confuso l' "essere" con il "dover essere". Checchè se ne dica, credo tu non sia affatto solo.

10 luglio, 2005 18:17  
Blogger De Andrea said...

http://photos1.blogger.com/img/296/2612/1024/hitler.jpg

10 luglio, 2005 18:31  
Blogger Jonny said...

primo suggerimento: non è mica solo un problema dei grandi...

"calzino bianco va
commuove l'onestà
trovato tecnologico votato martire
cambia la permanente in dreadlocks
che ti cambia il cuore
giocati l'anfibietto in tinta
ti fa far l'amore

ridai i soldi al tuo papà
ridai i soldi al tuo papà
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro

come pararsi il culo
e la coscienza è un vero sballo
sabato in barca a vela
lunedì al leonkavallo

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro



come pararsi il culo
e la coscienza è un vero sballo
sabato in barca a vela
lunedì al leonkavallo

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro"

(Afterhours)
;-)

14 luglio, 2005 17:51  
Blogger De Andrea said...

All'inizio non l'avevo preso come un attacco...poi conosci bene anche tu l'equivoco che s'è creato.

...bravo l'Agnello...

però è ugualmente facile la morale del lavoro...non lo so...il martirio come soluzione non lo sento adeguato.

14 luglio, 2005 19:55  

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